Essere Un Padre Assente

padre-assenteIl disagio di un singolo componente coinvolge l’intera famiglia. Il disagio familiare si ripercuote negativamente su tutto il nucleo familiare, in special modo sui figli. Essere un padre assente contribuisce al disagio in famiglia.
Accompagnare i familiari a vedere potenzialità diverse, vedere relazioni più flessibili ed efficaci può aiutare i genitori ad uscire da schematismi e dinamiche poco accoglienti, interrompendo così conflitti e sofferenze.

Il bambino non può crescere in modo equilibrato senza una relazione fondante, la sicurezza rappresentata dal legame con i genitori è un elemento essenziale per la crescita intellettuale, emotiva e sociale.

Sono stata invitata a partecipare in carcere , in qualità di esperta di età evolutiva e sistemi familiari, a interagire con piccoli gruppi di detenuti che si confrontavano sul tema della paternità. Ho ascoltato con emozione le loro storie, mi hanno raccontato la loro sofferenza per non poter essere accanto ai loro figli, ho sentito anche rabbia per la loro impotenza. La reclusione, essendo un elemento di frattura nel contesto familiare, è un fattore disadattivo a carico dei figli poiché la modificazione degli equilibri relazionali dei suoi componenti si riflettono sullo sviluppo infantile, anche a distanza di tempo.

Separarsi dai figli può significare “sparire”: sia dal rapporto quotidiano sia dalla rete sociale come la scuola e tutti i soggetti coinvolti nell’essere genitore. Pensate che mentre per le madri con figli minori ora sono previste detenzioni domiciliari “speciali” per i padri non è consentita.

La maternità è un’esperienza diretta (portano il bimbo in grembo, lo allattano) la paternità è costituita da due assunti: la madre che indica al bambino l’altro suo genitore e quello del bambino che aspetta l’assunzione di responsabilità nei suoi
confronti: dal padre sarà inserito in una rete di appartenenza, di relazioni che lo aiuterà nell’identificazione.

L’atteggiamento dei figli nei confronti del padre “distante” dalla famiglia è influenzato da parecchi fattori esterni, fra questi il più significativo è la modalità di approccio della madre nei confronti del padre distante. Se la famiglia nasconde al figlio la situazione del padre o minimizza sul piano sociale, questa percezione può avere grande importanza nei processi identificativi e potranno sfociare in devianze anche del figlio. Se la madre presenta una personalità fragile, dipendente o depressiva i figli non avranno una figura di sostegno al di là del genitore “distante”, che manterrà così un ruolo di capo famiglia assente: in questi casi i figli potranno avere un sentimento di ostilità, rifiuto o indifferenza nei confronti della madre. Dalla capacità del genitore “distante” di mantenere un ruolo con la madre e la famiglia intera, e non esclusivamente dalla sua storia personale, dipenderà l’atteggiamento dei figli nei suoi confronti.

Se fossero previsti interventi di sostegno alla genitorialità, per i padri “distanti” ma anche all’interno della famiglia, i figli non sconterebbero una colpa che non è la loro. Anche nelle carceri si stanno attivando strategie per il recupero di responsabilità sociale, ma poco ancora si concede al sostegno della fragilità emotiva della rete familiare e soprattutto dei figli in età evolutiva.

Al di là del caso dei padri detenuti, sono molti i padri che vivono la stessa condizione, pur essendo persone normalissime. E i figli ne riflettono i disagi.

Maria Pia Fraccaro
Direttore didattico scuola Coach Miglioramenti,
Psicomotricista, Supervisor counselor, Formatore




RICHIEDI MAGGIORI INFORMAZIONI

  • Inviando il form autorizzate il trattamento dei dati personali trasmessi ai sensi della legge 675/96. Si autorizza anche al trattamento dei dati per ricevere informazioni o promozioni di iniziative future.
  • Questo campo serve per la convalida e dovrebbe essere lasciato inalterato.