di Ettore Perrella
Le relazioni d’aiuto sono delle pratiche di sostegno e d’articolazione della domanda e dei desideri fondamentali d’individui o gruppi in particolari situazioni problematiche.
Le relazioni d’aiuto, che pure derivano spesso da presupposti teorici e ideologici molto diversi, si sono quasi sempre ignorate o addirittura considerate con sospetto. Ciò nonostante esse condividono tutte alcune caratteristiche comuni, sia nel modo d’operare – il loro strumento primario è sempre la parola –, sia nel modo in cui si giunge a praticarle, con metodi formativi rispetto ai quali la preparazione universitaria è quasi sempre inutile, se non addirittura fuorviante. A praticare le relazioni d’aiuto s’impara in effetti in primo luogo praticandole; in secondo luogo accompagnando la pratica con lo studio e l’approfondimento della bibliografia – spesso vastissima – che riguarda ciascuna di esse; in terzo luogo sfuggendo alle trappole dello specialismo, per allargare la propria consapevolezza e sensibilità culturali a campi anche molto diversi: dalla clinica alla linguistica, dalla logica alla letteratura, dalla sociologia all’epistemologia.
Fra le relazioni d’aiuto possiamo porre pratiche molto diverse come la psicanalisi, il counseling, la psicopedagogia, il coaching, la terapia filosofica ecc.
Non è difficile vedere che il loro insieme, come dicevamo, è abbastanza disparato. Ciò nonostante esse hanno tutte dei presupposti comuni (che storicamente possono risalire a molto prima della nascita della psichiatria e della psicologia moderne; possiamo riferirci – certo molto alla lontana – alla filosofia antica come esercizio spirituale, alla cura d’anime nel medioevo, per giungere, in tempi molto più vicini, alla psicanalisi e alle varie forme di cura (care, non cure) che si sono sviluppate nel secolo scorso da presupposti epistemici e con finalità pratiche anche molto diverse.
Questa molteplicità, e la mancanza di qualsiasi forma d’accordo teorico fra coloro che esercitano queste pratiche, hanno finito però per danneggiare molto sia loro, sia le loro esperienze, perché hanno finito per dar forza alla falsa pretesa del professionismo medico e psicologico di rappresentare l’unica garanzia di scientificità in questo campo.
Di seguito una slide con la comparazione delle principali forme d’aiuto.
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